GEORGETTE HEYER by Angela

GEORGETTE HEYER by Angela

autore:Angela
La lingua: it
Format: mobi, epub
pubblicato: 2013-04-01T16:14:34+00:00


XIII

Maggio volgeva al termine; e riandando con la mente a quelle quattro spensierate settimane di primavera, Judith si disse che la gaiezza non era stata incontaminata. Avvertiva una sorta di tensione; lei stessa si era lasciata prendere da quel vortice. Nessuno poteva dire che cosa promettesse il futuro, ma tutti sapevano che quelle settimane erano forse le ultime settimane di felicità. Si parlava poco della guerra, se non quando affioravano notizie di movimenti alla frontiera. Parlarne non valeva a fermarla; meglio lasciarsene alle spalle il pensiero ed essere gai finché il sole splendeva.

Ma Judith aveva molto buon senso, e non era più una bellezza nubile la cui attenzione venisse reclamata da schiere di ammiratori. Se era stanca poteva riposare; Barbara, a quanto sembrava, non poteva né voleva farlo.

Aveva uno sguardo stanco; era un segreto noto a tutti che prendeva il laudano. E Judith non riusciva a comprendere quale demone la pungolasse. Il suo fidanzamento con Charles avrebbe dovuto renderle possibile una vita più serena: perché prendere ininterrottamente parte a balli e ricevimenti?

Quando poteva, Charles non mancava mai di accompagnarla, ma aveva ben poco tempo per le scampagnate o le corse di cavalli. Spesso tornava dal quartier generale con un viso tanto stanco che Judith si esasperava vedendolo pronto a recarsi a un ballo o a un ricevimento. Lui negava di essere affaticato e la ruga che gli si scavava tra le sopracciglia svaniva quando rideva delle premure di lei. Ma Judith non si lasciava ingannare: avrebbe volentieri picchiato Barbara per il suo egoismo.

Charles seguiva il ritmo della donna che amava e non tradiva mai nel vi-so o nei modi la più lieve ombra di stanchezza. Un giorno Barbara gli chiese: «È male che io non rinunci ai ricevimenti e agli svaghi? Li amo tanto! E quando sarò sposata dovrò condurre un'esistenza tranquilla!».

«No» si affrettò a dire lui «non pensate che debba essere così.»

«Gussie dice che sarà così.»

«Non lo sarà. Non prestate orecchio a Augusta, ve ne prego! Credete non abbia compreso sin dall'inizio quanto poco la rallegri il pensiero del nostro matrimonio?»

«Gussie!» esclamò sdegnosamente lei. «Non le ho mai prestato orecchio!»

E tuttavia, finiva inconsapevolmente per ascoltarla.

«Godete della vostra libertà, mia cara» le diceva Augusta. «Non ne avrete più l'occasione quando avrete sposato il vostro ufficiale. Rimpiangerete la vostra corte di adoratori? Vi dorrà non essere attorniata a ogni ballo da schiere di cavalieri? E, di grazia, Bab, intendete mettervi una cuffia matro-nale e dare a Charles una nidiata di robusti pargoli? Oh, sarà davvero divertente!»

No, nessuno dava credito a quel che diceva Gussie, ma quelle frecciate lasciavano il segno. E i giovani adoratori la imploravano: «Non diventate una moglie ineccepibile, Bab! Come immaginare un mondo senza la perfida Bab che mette tutto a soqquadro?».

Ognuno le presentava la stessa immagine: fattasi seria e incurante di piacere, si sarebbe dedicata soltanto alle cure della famiglia; costretta forse a languire in una malinconica città di guarnigione senza altre occupazioni che le visite alle mogli degli ufficiali e l'obbligo di compiacere Charles.

Lei stessa si



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